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Visualizzazione dei post da agosto, 2008

Il messaggio di Gandhi

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In questi giorni è stato ritrovato l'audio completo, del discorso che Gandhi ha tenuto alla Conferenza delle relazioni interasiatiche a New Delhi, il 2 aprile 1947. Sono felice e impressionata che la cosa riscuota tanto clamore e che ancora oggi il suo messaggio non smetta di essere attuale. Dopo aver letto e conosciuto il suo pensiero e le sue azioni , è impossibile che la dottrina della nonviolenza non rimanga impressa nella mente e nel cuore, per questo ne riporto i passi per me più significativi: “La nonviolenza è il primo articolo della mia fede e l’ultimo del mio credo”. (M.K.Gandhi, Gandhi parla di se stesso, EMI, Bologna, 1998, p.63). “Sono un incorreggibile ottimista. Il mio ottimismo si fonda sulla mia convinzione che ogni individuo ha infinite possibilità di sviluppare la nonviolenza. Più l’individuo la sviluppa, più essa si diffonderà come un contagio che a poco a poco contaminerà tutto il mondo”. (Id., p.142) “…non c’è liberazione per alcuno su questa terra, né per

Uno strano personaggio...

Ho trovato uno stravagante personaggio, si chiama Tom Lehrer che ha studiato matematica nella prestigiosa Harvard (ma non si è mai laureato) e mi sono divertita a tradurre la sua canzone " That's Mathematics!": "Quando conti le pecore per provare a dormire, è bella Quando c'è qualcosa da spartire, è chiara Quando stai piegando un foglietto Questa è la matematica! Quando una palla rimbalza fuori da un muro Quando cucini da una ricetta Quando sai di quanto denaro sei debitore Questa è matematica! Quanto oro puoi contenere in un orecchio di elefante? Quando è mezzogiorno nel cielo, e poi che tempo è qui? Se potessi contare per un anno, potresti raggiungere l'infinito O qualche posto nelle vicinanze? Quandi scegli quale tariffa postale usare Quando conosci la probabilità che nevicherà Quando scommeti e finisci in debito O provi come puoi, Non puoi scappare dalla matematica! Andrew Wiles gentilemente sorride Fa le sue cose ed ecco! C.V.D

L'impegno della Castelnuovo

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Chissà come sarebbe stato avere alle elementari come maestra Emma Castelnuovo , una vita al servizio della passione per la matematica. Beh, non se la prenda la mia cara maestra Adele, che è nel mio cuore oltre che per la bravura, anche per la sua dedizione al lavoro di insegnante. Tuttavia ritengo che chiunque voglia insegnare la matematica con brio e creatività non possa prescindere dal conoscere l'opera della Castelnuovo. Riporto alcune sue parole in cui traspare entusiasmo e dedizione verso la didattica della matematuca: " Questo gusto non può nascere, credo, se non facendo partecipare l'alunno nel lavoro creativo. È necessario animare la naturale e istintiva curiosità che hanno i ragazzi dagli 11 ai 14 anni accompagnandoli nella scoperta delle verità matematiche, trasmettendo l'idea di averlo fatto per se stessi e, dall'altra parte, far sentire progressivamente la necessità di un ragionamento logico ". Nonostante non sia più giovane e sia in pensione da te

Il valore dello O

Anche se usato per primo dai Babilonesi del 300 a.C., l'uso dello zero come numero in sé si deve ai matematici indiani. Gli arabi appresero dagli indiani il sistema di numerazione posizionale decimale, e lo trasmisero agli europei durante il medioevo. Si deve in particolare a Leonardo Fibonacci e al suo Liber Abaci del 1202 la diffusione di tale sistema di numerazione. L'importanza di questa introduzione è straordinaria: intanto si abbandona il sistema additivo che è scomodo perchè sei lì a scrivere un numero lunghissimo, mentre con il sistema decimale, che è posizionale, è tutto molto più sbrigativo e facile! Attenzione però a non scambiare lo zero con "assenza di valore". Si tratta di due concetti diversi, ad esempio: se la temperatura è zero, l'acqua ghiaccia (nel caso della gradazione Celsius della temperatura), se manca il dato della temperatura, assenza del valore, non si può dire nulla!!! Il numerale o cifra zero si usa nei sistema di numerazione posizio

Sistema di Numerazione Romano

Il sistema di numerazione romano è un "sistema di numerazione additivo", vale a dire che ad ogni simbolo viene associato un valore e il numero rappresentato è dato dalla somma dei valori dei simboli. Di recente ho visitato Castel Sant'Angelo e sono rimasta colpita dal fatto che l'uscio di molte delle stanze dei piani alti, avesse inciso sull'architrave il nome di un papa: PIO IIII. La mia prima reazione è stata di scherno, ma poi ho pensato che non poteva esser possibile un errore così grossolano e infatti ho trovato che nel sistema originale nell'antica Roma, i simboli venivano sempre addizionati e mai sottratti ed era accettata la ripetizione di un simbolo anche per quattro volte. Il sistema di numerazione romano così come lo conosciamo è quindi una modifica del Medioevo, quando ci si accorse che l'originale risultava troppo lungo per descrivere alcuni numeri. I simboli sono sempre gli stessi e sono sette: Per costruire un numero romano occorre osserv